
Argini emotivi: l’architettura del rifugio
Come può uno scoglio arginare il mare? La domanda, impressa sul paesaggio tempestoso e sulla massa di cemento che vi si ancora, non è soltanto poetica: è esistenziale. Perché ci sono momenti in cui il mare è dentro di noi. Una marea di emozioni, tra ansia, dolore, smarrimento, che minaccia di disgregare ogni forma, ogni identità. In quei momenti, cerchiamo un appiglio. Un contenitore. Un rifugio. Un confine stabile. L’architettura può diventare quello scoglio. Non solo nel senso di rifugio fisico, ma come spazio psichico, in cui la forma contrasta il caos, e il limite si trasforma in protezione. Lo spazio come madre: la funzione contenitiva Nella teoria dell’attaccamento la madre è il primo contenitore affettivo. Quando l’emozione è troppo